AZZURRA DALLE PAGINE SPORTIVE ALLE PRIME PAGINE

Per comprendere il significato culturale del progetto Azzurra, è fondamentale comprendere l'Italia dei primi anni '80. Impantanata in una recessione stagnante e in un forte aumento dei prezzi dopo la crisi petrolifera del 1979, all'inizio degli anni '80 l'Italia aveva bisogno di una spinta morale, e le sue squadre sportive sarebbero servite da catalizzatore.

🇮🇹 AZZURRA: DALLE PAGINE SPORTIVE ALLE PRIME PAGINE

Riprese di Azzurra per gentile concessione dello Yacht Club Costa Smeralda.

Gianni Agnelli, probabilmente uno degli imprenditori più famosi al mondo, che assunse la direzione generale della Fiat nel 1966, nutriva un'ambizione verso l'America's Cup che risaliva addirittura al 1962, quando aveva fatto visita all'amico Presidente Kennedy, assistendo alle regate dallo yacht presidenziale Honey Fitz.

Nel 1964, Agnelli era seriamente interessato, ma le difficoltà e gli ostacoli presentati dal Defender lo spinsero a rifiutare la proposta. Il progetto fu poi ripreso e rilanciato nel 1980, quando Agnelli chiamò i velisti e imprenditori italiani Pasquale Landolfi e Mario Violati per capire quali imbarcazioni fossero disponibili per l'acquisto dopo la Coppa del 1980 a Newport.

Il gruppo aveva deciso di acquistare il 12 metri americano Enterprise, che era stata la barca di prova del consorzio vincente Freedom di Ted Turner e Dennis Conner. Insieme a Nicola Sironi, assistente dell'architetto milanese Andrea Vallicelli, incontrò Ed du Moulin del New York Yacht Club nel settembre del 1980 per concludere un accordo.

© Carlo Borlenghi

Gianni Agnelli, amministratore delegato della Fiat, nutriva da tempo ambizioni verso l'America's Cup, tanto da assistere alle regate del 1962 con il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy a Newport, Rhode Island. Sopra, Agnelli è affiancato dal team velico di Azzurra e da Riccardo Bonadeo, presidente del Consorzio Azzurra ed ex Commodoro dello YCCS. Foto: @Carlo Borlenghi.


Tuttavia, fu uno straordinario intervento del Principe Karim Aga Khan, in seguito a un incontro presso la sua residenza parigina di Aiglemont, l'anno successivo, nel 1981, a dare il via alla sfida di Azzurra e ad aprire il capitolo più stimolante della storia della vela italiana.

Con l'Aga Khan Presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, alla fine di aprile del 1981 fu lanciata la sfida al New York Yacht Club. Il giovane imprenditore Luca Cordero di Montezemolo, in seguito Presidente della Ferrari, entrò a far parte del gruppo come consulente e manager chiave del consorzio.

Cino Ricci, l'esperto velista romagnolo di match-race, fu nominato skipper, il giovane progettista Andrea Vallicelli architetto navale e Marco Cobau delle Officine Meccaniche Pesaro costruttore. L'elemento chiave del progetto Azzurra fu che fin dall'inizio avrebbe dovuto essere un approccio "100% Made in Italy", e Ricci si impegnò immediatamente a trovare un equipaggio italiano pubblicando un annuncio sul quotidiano Veliero. Mauro Pelaschier, due volte olimpionico nel 1972 e nel 1976, divenne la scelta ovvia per il ruolo di timoniere e si guadagnò quasi subito un seguito da eroe popolare grazie alla sua folta barba e al suo talento naturale e aggressivo, nonché l'istinto nel far andare la barca veloce.

© Carlo Borlenghi

La campagna di Azzurra si è distinta per il suo stile, il suo estro e la sua raffinatezza. Nella foto, il team di vela nella loro villa a Newport, Rhode Island, affittata per l'estate del 1983. Foto: @Carlo Borlenghi.


Il 1982 fu, a posteriori, un anno spartiacque per l'Italia. La nazionale di calcio aveva appena vinto la Coppa del Mondo FIFA battendo la Germania in finale per 3-1, con Paolo Rossi, Marco Tardelli e Alessandro Altobelli che divennero immediatamente icone. Otto giorni dopo, il 19 luglio 1982, nella città portuale di Pesaro, fu varata Azzurra con la livrea "Gli Azzurri", i colori nazionali tanto amati e intrinsecamente legati al paese.

La principessa Salimah, moglie dell'Aga Khan, battezzò lo yacht e ne divenne la "madrina". La principessa prese il ruolo molto seriamente, diventando madrina non solo dell'imbarcazione ma anche dell’equipaggio, nutrendo per loro e le loro famiglie il più profondo interesse.

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Un evento epocale per l’Italia nell’America’s Cup il 19 luglio 1982 con il varo di Azzurra, a Pesaro, primo Challenger italiano in rappresentanza dello Yacht Club Costa Smeralda. Foto: @Carlo Borlenghi.


L'Italia prese subito a cuore
Azzurra e, mentre intraprendevano la loro avventura verso Newport, la vela passò dalle pagine sportive alle prime pagine dei quotidiani nazionali, rendendo la squadra immediatamente eroica. Quando il progetto fu annunciato, l'Aga Khan dichiarò: "Affronteremo questa serie di regate mozzafiato con l'umiltà dei nuovi arrivati, ma con la convinzione di essere degni di partecipare".

Ciò che catturò ulteriormente l'attenzione dell’Italia fu la prestazione di Azzurra. Fin dall'inizio fu un razzo. In vista di Newport, il team si era avvalso dell'esperienza nel match-race del leggendario velista americano Tom Blackaller; ben messa a punto e condotta brillantemente con passione e talento, Azzurra aveva chiaramente dimostrato una velocità superiore a quella di Enterprise contro cui il team si era allenato.

© Carlo Borlenghi

Scontro serrato tra Peter de Savary Victory ‘83 e Azzurra dello Yacht Club Costa Smeralda. Foto: @Carlo Borlenghi.


Fin dall'inizio della campagna, sebbene dovesse nel 1983 affrontare sette dei più forti Challenger di sempre, Azzurra era nota per la sua potenza. Diede filo da torcere agli avversari durante Round Robin di quella che fu la prima Selezione degli Sfidanti firmata Louis Vuitton Cup, concludendo con un punteggio di 21-19 e raggiungendo le semifinali.

Azzurra venne poi stata eliminata nella regata finale, con un distacco di 1 minuto e 39 secondi, da Australia II, l'imbarcazione che pose fine alla serie di 132 vittorie consecutive del New York Yacht Club nell'America's Cup. Nonostante la sconfitta, l'equipaggio italiano non aveva idea dell'effetto che aveva avuto in patria.

© Carlo Borlenghi

"Higher and faster". Azzurra mantiene la sua rotta contro Australia II, vincitrice dell'America's Cup del 1983, che ha posto fine alla più lunga serie di vittorie sportive della storia, sottraendo l'America's Cup al New York Yacht Club dopo 132 anni. Foto: @Carlo Borlenghi.


Lo stile mostrato a Newport, nel Rhode Island, non guastò un bilancio finale di 24 vittorie su 49 regate. Elicotteri marchiati
Azzurra, una dimora d'epoca, feste sontuose e una divisa impossibile da non riconoscere, resero Azzurra speciale e le sue prestazioni in acqua fecero credere all'Italia che l'America's Cup, il più grande trofeo sportivo del mondo della vela, fosse a portata di mano.

Il team lasciò Newport con un aereo diretto su Olbia, dove furono accolti come rock star da una folla di persone all'aeroporto. Azzurra ebbe un impatto culturale significativo, diede impulso alla nazione e generò non solo un'ulteriore sfida per l'America's Cup del 1987, ma fu senza dubbio il catalizzatore della partecipazione italiana fino ai giorni nostri.

Lo Yacht Club Costa Smeralda oggi onora i suoi giovani atleti con il programma Young Azzurra, che supporta atleti di talento in diverse discipline veliche, e fino al 2020 partecipa al circuito TP52 con Azzurra. L'originale 12 Metri del 1983 svetta orgogliosa e immacolata a Porto Cervo, dove tutto ebbe inizio.

@AMERICASCUP


Le sfide italiane all'America's Cup sono state memorabili. Nel 1987, lo Yacht Club Costa Smeralda divenne Challenger of Record con il sindacato Azzurra II, mentre lo Yacht Club Italiano lanciò la sfida Italia guidata dall'Ammiraglio Angelo Monassi.

Nel 1992, fu la volta della sfida Il Morio di Venezia di Raul Gardini, il primo sfidante italiano ad arrivare al Match, per poi essere sconfitto dal Defender America3 di Bill Koch. Da allora, l'Italia ha partecipato al Match altre due volte, nel 2000 e nel 2021, sotto Patrizio Bertelli il Patron di Luna Rossa.

Con la Louis Vuitton 38a America's Cup a Napoli, la storia di questo memorabile evento sportivo prosegue. Dopo le indimenticabili le regate dell'America's Cup World Series nel 2012 e nel 2013, Napoli oggi è la sede dell’evento e offre condizioni descritte come "paradisiache" dal CEO di Emirates Team New Zealand e America's Cup Events, Grant Dalton.

Ma sono state la lungimiranza di Sua Altezza l'Aga Khan, di Gianni Agnelli, Pasquale Landolfi, Mario Violati e Luca Cordero di Montezemolo, la passione dei tifosi italiani che hanno preso a cuore Azzurra e la bravura del team sotto la guida di Cino Ricci e Mauro Pelaschier, a gettare le basi per la Louis Vuitton 38a America's Cup, l'evento velico più importante del mondo nonché il trofeo più antico e prestigioso dello sport internazionale.

by Magnus Wheatley 

 

La Louis Vuitton 38a America's Cup

Per la prima volta in assoluto, la Louis Vuitton Cup e Louis Vuitton l’America’s Cup Match si svolgeranno in Italia, un paese con una delle storie più straordinarie e appassionate nella tradizione dell’America’s Cup.

Nel 2027, il mondo guarderà all’Italia, e in particolare a Napoli, capitale della regione Campania, sito Patrimonio UNESCO e una delle città più antiche d’Europa, che diventerà la Città Ospitante per il trofeo sportivo internazionale più antico al mondo.

La competizione per la Louis Vuitton 38ª America’s Cup si svolgerà sotto l’ombra del Vesuvio, proprio lungo la costa della vibrante città, con un patrimonio orgoglioso e ricco di storia. 

© Stefano Albamonte / Comune di Napoli / America’s Cup

© Stefano Albamonte / Comune di Napoli / America’s Cup